Adrian Tchaikovsky, Gli Occhi del Vuoto

(Libro II di The Final Architecture)

Avvertenza: in questa recensione sono presenti spoiler sulla trama del precedente volume della serie, Frammenti della Terra (qui la recensione).

Gli Architetti sono tornati. Le immense entità planetoidi in grado di rimodellare la struttura della materia di interi mondi non possono più neanche essere allontanati dalla presenza, su alcuni di quelli, dei resti della scomparsa civiltà degli Originatori e l’unica risorsa possibile per contrastarli rimangono gli Intermediari, umani modificati chirurgicamente per navigare negli Attraversamenti del nonspazio, la rete di collegamento tra sistemi stellari creata dagli stessi Originatori e sfruttata dall’umanità e dalle altre specie per espandersi nell’universo.

Il secondo volume di The Final Architecture, la recente trilogia di space opera di Adrian Tchaikovsky che Fanucci sta proponendo ai lettori italiani con tempi d’attesa davvero minimi rispetto alla pubblicazione in lingua originale, prende le mosse dall’adrenalinico finale di Frammenti della Terra, primo libro della serie, e si apre a pochi mesi di distanza dalla fine delle vicende finora narrate, incentrandosi sull’incombente, rinnovata minaccia degli Architetti e sull’evolversi delle tensioni, perfino delle aperte ostilità, tra fazioni umane e post-umane (Nativisti e Partene, in primis) e tra queste e le specie aliene (gli strani e affascinanti Essiel, per citarne solo una) del variegato ma coeso universo nato dalla mente dell’autore britannico.

Adrian Tchaikovsky

L’equilibrio di poteri nella galassia è infatti pericolosamente cambiato a causa degli eventi narrati in Frammenti della Terra e l’evoluzione (o l’involuzione) dei delicati rapporti tra le parti in gioco, come già per quel primo atto della trilogia ha rilevato in modo brillante Stephen Case,1 viene abilmente tracciata da Tchaikovsky sovrapponendola al livello più vicino al lettore: quello delle dinamiche tra i personaggi principali e cioè i membri dell’equipaggio della Vulture God, la nave da recupero che ha costituito il mezzo di trasporto principale a bordo della quale il lettore, nelle pagine del primo volume, ha attraversato il nonspazio, esplorato pianeti e conosciuto specie e civiltà.

Al centro di tutto – tenuto conto che in questo romanzo i punti di vista più limitati del suo predecessore aumentano in modo considerevole, per offrire all’autore (e, ovviamente, al lettore) una visuale più ampia sui cambiamenti in atto – è Idris, il controverso (non per tutti) eroe che per due volte ha salvato l’umanità (e non solo) dagli Architetti e che rappresenta, nella declinazione che ne fa Tchaikovsky, un perfetto esempio di eroe riluttante, credibile e capace di creare una forte empatia col lettore, del tutto lontano dal configurarsi come uno stereotipo del classico protagonista del romanzo di genere o forse, sarebbe meglio dire, di più generi.


«[…] tutto dipendeva dal niente e da com’era disposto. Il che significava che non c’erano affatto mura, se solo si riusciva a piegare nel modo giusto i pezzi di niente. Potevi prendere una nave e renderla un sogno e poi lanciare quel sogno nell’universo e renderlo reale di nuovo intorno a un’altra stella.»

Il rapporto di Idris col nonspazio, che fa parte della sua natura alterata di post-umano, e con gli stessi Architetti, introdurranno nella trama alcune parziali risposte a enormi interrogativi di natura perfino esistenziale e filosofica2 che, insieme a quelli lasciati dalla misteriosa scomparsa degli Originatori, sottendono alla trama del romanzo e della trilogia in generale e che non possono fare a meno di tenere assai alta l’attenzione del lettore.

In questo secondo atto della trilogia, il sense of wonder è addirittura più vibrante, prendendo consistenza nell’ulteriore esplorazione dei molteplici e complessi aspetti dell’ambientazione e innervandosi, tra approfondimenti su specie, culture e sulla natura del nonspazio, in parziali rivelazioni che riguardano aspetti cruciali della raffinata creazione di Tchaikovsky. Il tutto immerso in una serie di intrighi politici, doppi giochi, e in una disperata ricerca per il modo di fermare una minaccia di proporzioni inconcepibili.

Tutti elementi che, a mio personale giudizio, ogni lettore italiano che ami le storie di pura fantascienza ben congegnate, scritte con abilità e ambientate in universi immersivi e affascinanti, non vedrà l’ora di scoprire, insieme ai suoi protagonisti, nella conclusione di questa eccellente trilogia.


NOTE

1 Stephen Case, Shards of Earth by Adrian Tchaikovsky, 2022 <http://strangehorizons.com/non-fiction/shards-of-earth-by-adrian-tchaikovsky/> [consultato il 27 settembre 2023]

2 Arturo Serrano, Review: Eyes of the Void by Adrian Tchaikovsky, 2022 <http://www.nerds-feather.com/2022/07/review-eyes-of-void-by-adrian.html> [consultato il 27 settembre 2023]


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